Colle Macine - Pino Petrini

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Colle Macine


Catasto Onciario
1753

Che cosa è il catasto Onciario

Prima della redazione del catasto onciario, le università (comuni) del Regno  di Napoli adottavano due metodi di esazione fiscale: esse, come si diceva,  vivevano a gabella oppure a battaglione. Con il sistema delle gabelle il  prelievo fiscale consisteva esclusivamente in dazi che gravavano sui consumi.  Con il sistema a battaglione, invece, veniva fatto l'apprezzo dei beni stabili  di proprietà dei cittadini e dei redditi derivanti dalle loro attività, che, una  volta detratti i pesi, vale a dire gli oneri finanziari ai quali erano  assoggettati (censi, interessi, ecc.) erano sottoposti a prelievo fiscale.

Il CATASTO ONCIARIO ordinata da Carlo III di Borbone con dispaccio del  4 ottobre 1740 e regolata da una serie di disposizioni emanate dalla Regia  Camera della Sommaria tra il 1741 ed il 1742. L'esigenza di razionalizzare il  prelievo fiscale attraverso la redazione di un catasto si inscrive nella nuova  temperie culturale dell'età dei lumi ed è avvertita un po' dovunque: basti  pensare al catasto teresiano della Lombardia ed a quello leopoldino della  Toscana, coevi all'onciario napoletano.

I lavori preparatori del catasto incontrarono le resistenze dei maggiorenti  locali, che furono più forti nelle università abituate a vivere a gabella, dove  i proprietari erano più restii a fare le rivele dei propri beni.

L'ultima prammatica sui catasti del 28 settembre 1742 ordinava che i catasti  fossero approntati entro quattro mesi. Più di dieci anni dopo, tuttavia, la  redazione del catasto in molti comuni non era stata ancora completata. Il re,  pertanto, nel maggio del 1753, emanò una nuova prammatica che prevedeva l'invio  di commissari nelle università inadempienti per portare a termine i lavori: ciò  spiega perché la maggior parte dei catasti onciari sia stata redatta tra il 1753  ed il 1754. Ciò nonostane, non dovunque si arrivò al completamento del catasto:  alla fine il sovrano fu costretto a cedere e ad accettare il principio che i  comuni potessero scegliere a loro arbitrio se vivere a gabella oppure se fare il  catasto.

La denominazione di questo catasto deriva da oncia, che era una moneta  di conto, non reale, in base alla quale si calcolavano i redditi e le relative  imposte.

Nel 1749 Carlo III fece coniare una nuova moneta denominata oncia napoletana,  del valore di sei ducati, che, tuttavia, ebbe scarsa diffusione, in quanto si  continuarono ad usare il ducato ed i suoi sottomultipli: il carlino, che era la  decima parte di un ducato, la grana, che era la centesima parte, ed il cavallo,  che era la millesima parte.

1 ONCIA Napoletana = 6 Ducati
1 DUCATO = 10 CARLINI
1DUCATO = 100 GRANE
1 DUCATO = 1000 CAVALLI
c’è da distinguere che :

Oncia per reddito imponibile equivaleva a 3 Carlini
Oncia per redditi animali equivaleva a 6 Carlini.

In questo libro del 1753 si rileva che : i capo fuochi venivano tassati per ( il loro lavoro ) Industria pari a 12 once così tutti i componenti del nucleo famigliare se maschi da 18 anni in su = 12 once e da 14 a 18 anni per metà tassa d’industria pari a 6 once.
non pagavano tasse sull’industria ( di fatto sul lavoro ) i maschi " DECREPITI " oltre i 75 anni
Le imposte previste dall'onciario
erano di 3 tipi

ì
Il Testatico

che gravava sui capifamiglia, ad eccezione di coloro  che avevano compiuto i sessant'anni, ed era uguale per tutti (in genere  ammontava ad un ducato per fuoco); (quì 12 once)
Imposta redditi lavoro e industria

che gravava sui soli maschi a partire dall'età di quattordici anni (dai quattordici ai diciott'anni si pagava la metà), che era calcolata in base al reddito presuntivo previsto per i vari mestieri e non in base al reddito reale;
Imposta sui Beni

che gravava sugli immobili (case, terreni,  mulini, frantoi, ecc.) sul bestiame e sui capitali dati in prestito ad  interesse.
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I proprietari...

I proprietari sono divisi per categorie: i cittadini, le vedove e le vergini in capillis (vale a dire le nubili che non avevano preso i voti religiosi), i forastieri abitanti, i forastieri non abitanti bonatenenti (coloro che possedevano beni nel comune senza risiedervi), gli ecclesiastici secolari tanto cittadini che forestieri, le chiese e i luoghi pii, sia locali che forestieri.
Nell'ambito di ogni categoria i contribuenti sono elencati in ordine alfabetico per nome e non per cognome.
AGGIORNAMENTO DATI
80%

Il Catasto...
Il catasto fornisce dettagliate informazioni sui beni dei contribuenti: delle abitazioni è descritta la tipologia, l'ubicazione, spesso anche la grandezza ("casa palaziata", "comprensorio di case di vani ... soprani e sottani"); dei terreni sono indicati i confini, l'estensione e la natura delle colture; vi è quindi la descrizione degli eventuali capi di bestiame.

Elenco dei beni
All'elenco dei beni segue quello dei pesi, costituiti, in genere, dal  pagamento di censi e canoni agli enti ecclesiastici e al feudatario e da  interessi su capitali presi in prestito. Il catasto fornisce altresì dettagliate  informazioni sui nuclei familiari, indicando, per ciascuno di essi, il numero  dei componenti, la loro età, l'attività svolta ed il rapporto di parentela con  il capofamiglia.

Dal testatico e dall'imposta sul lavoro erano, esonerati coloro che vivevano more nobilium, cioè di rendita, o che esercitavano professioni liberali.

Il catasto si conclude con la collettiva delle once, vale a dire con l'elenco  dei contribuenti, divisi per categoria, e delle rispettive rendite.


Note

La terra di Colle di Macine in provincia di Apruzzo  Citra
La vecchia provincia di Apruzzo Citra include le località che oggi  appartengono alle province di Chieti e Pescara.

I volumi dei vari comuni ( chiamati anche "UNIVERSITÀ"  era il nome o meglio la denominazione medioevale data ad ogni comune tassato con  un minimo di 20 once) sono a Napoli  conservate in una speciale sezione dell’Archivio di Stato.

Vengono elencati i comuni con ( anno di compilazione del catasto onciario )  della provincia di Apruzzo Citra.

Comuni

Abbateggio 1742 - Acri 1742 - Archi 1753 - Ari 1742 - Arielli 1743 - Atessa  1742 - Attino 1753 - Bolognano 1748 - Bomba 1745 - Borrello 1745 - Canosa 1742 -  Carpineto 1742 - Carunchio 1747 - Casacanditella 1746 - Casalanguida 1743 -  Casalbordino 1743 - Casale in Contrada 1746 - Casoli 1790 - Castellane 1743 -  Castelnuovo 1792 - Castiglione Messer Marino 1742 - Catelfebrato 1753 - Celenza  1743 - Chieti 1754 - Civita Luparella 1742 - Civitella Messer Raimondo 1746 - Colle di Macine 1753 - Crecchio 1743 - Dogliola 1743 - Fallascoso  1753 - Fallo 1743 - Fara Filiorum Petri 1743 - Fara San Martino 1740 - Filetto  1743 - Fontechiaro 1753 - Forca Bobolina 1743 - Fossaceca 1743 - Fraina 1744 -  Francavilla 1747 - Frisa 1742 - Furù 1743 - Gamberale 1742 - Gesso Palena 1747 -  Giuliano 1744 - Giuliopoli 1742 - Guardiabruna 1743 - Guilmi 1743 - Guradiagrele  1752 - Lama 1743 - Lanciano 1747 - Lentella 1743 - Letto Palena 1748 -  Lettomanoppello 1748 - Liscia 1743 - Manoppello 1741 - Miglianico 1743 -  Montazzoli 1743 - Monteferrante 1743 - Montelapiano 1742 - Montenerodomo 1753 -  Monteodorisio 1743 - Mozzagrogna 1743 - Musellaro 1743 - Orsogna 1752 - Paglieta  1743 - Palena 1753 - Palmoli 1753 - Palombaro 1753 - Penna Piedimonte 1748 -  Pennadomo 1747 - Pescara 1754 - Pietracostantina 1743 - Pizzoferrato 1742 -  Pollutri 1742 - Prima Villa 1753 - Quadri 1752 - Rapino 1743 - Ripa Teatina 1748  - Rocca Monte Piano 1742 - Rocca San Giovanni 1753 - Rocca Scalegna 1751 - Rocca  Spinalveti 1753 - Roio 1743 - S. Apollinara 1752 - Salle 1746 - San Giovanni  Lipioni 1742 - San Martino 1743 - San Salvo 1743 . Scerni 1743 - San Vito 1746 -  Santa Maria Imbaro 1743 - Sant'Eusanio 1748 - Schiavi 1743 - Scorciosa 1753 -  Semivicoli 1753 - Serra Monacesca 1753 - Stanarro 1752 - Tocco 1753 - Torino  1743 - Tornareccio 1743 - Torre Valignani 1743 - Torrebruna 1743 - Torricella  1743 - Treglio 1743 - Tufillo 1746 - Turri 1743 - Vasto 1747 - Villa Cupello  1742 - Villa Magna 1751 - Villa Santa Maria 174

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